42° Pellegrinaggio Macerata-Loreto

Affidati all'abbraccio materno di Maria

Intervista a S.E. Mons. Fabio Dal Cin, Arcivescovo di Loreto

Cari amici del Pellegrinaggio,

in questo momento così difficile per l'Italia e per il mondo intero, percepiamo ancora di più l'urgenza di tornare ad essere pellegrini e quindi mendicanti. Abbiamo rivolto all'Arcivescovo di Loreto Mons. Fabio Dal Cin alcune domande. Pubblichiamo qui di seguito l'intervista che ci ha concesso.

 

Il 42° Pellegrinaggio Macerata-Loreto ha scelto quest’anno come tema guida una frase del Caligola di Camus: “Mi sono sentito all’improvviso un bisogno di impossibile”. Questo profondo bisogno di riconoscere ciò che dà senso al vivere, questo bisogno di essere amati come può essere sostenuto e incontrare una risposta nell’esperienza di pellegrini in questo anno giubilare?

Credo che l’esperienza del pellegrinaggio sia un evento importante nella vita della persona. In genere quanti giungono ai santuari portano nel cuore il bisogno di essere accolti, compresi e accettati così come si è: con il proprio mondo di pensieri, preoccupazioni, gioie e affetti. Arrivano con questi sentimenti interiori che riescono a esprimere con grande semplicità. Sono persone capaci di domandare, di piangere, di ringraziare, di stupirsi! Persone che toccano il mistero più profondo della vita: la sofferenza, il dolore, la morte, e che hanno colto il significato della vita come dono da accogliere e condividere. Per questo sono più predisposte a liberarsi dall’autoreferenzialità e dall’autosufficienza! Sono persone che non si vergognano di avere bisogno. Al contrario, sono aperte all’altro, ai fratelli e al Signore. Fanno della loro fragilità o della loro ricchezza un’occasione di riconciliazione e di comunione. E tutto questo costituisce un terreno adatto per un vero e rinnovato incontro con Cristo Salvatore.

Uno dei segni del Giubileo è il Pellegrinaggio. Papa Francesco definisce il Pellegrinaggio: “un segno peculiare dell’anno santo, perché è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. La vita è un pellegrinaggio e l’essere umano è viator, un pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata”. Quale sfida rappresenta il giubileo per il popolo del Pellegrinaggio?

Il pellegrinaggio richiama la strada che porta verso Dio e verso i fratelli. Porsi in cammino verso la Santa Casa di Loreto significa comprendere lo straordinario evento del Figlio di Dio che si è messo in viaggio: è partito dal Padre, è disceso dal Cielo, facendosi uomo nel grembo di Maria per essere solidale con ciascuno di noi e ricondurci al Padre. 

Il pellegrinaggio giubilare ci richiama ad uscire costantemente da noi stessi, per radicarci nella relazione con Dio e con la Chiesa, andando incontro ai fratelli. La sfida, o meglio la proposta spirituale consiste proprio in questo “esodo” o uscita da se stessi, nell’accoglienza umile e, soprattutto, nel coraggio di attraversare la fatica e la sofferenza che questo processo comporta. Il rapporto con Dio, così come la relazione con i fratelli e con noi stessi, infatti, è un cammino di purificazione e di penitenza, di spoliazione di sé e di libertà interiore, necessario per raggiungere la meta che è la salvezza, ossia la gioia, la vita vissuta in pienezza.

Il Papa all’inizio della sua esortazione apostolica “Gaudete et exultate”, che accompagna il cammino giubilare, dice: “il mio umile obiettivo è far risuonare ancora una volta la chiamata alla santità, cercando di incarnarla nel contesto attuale con i suoi rischi, le sue sfide e le sue opportunità”. Quale richiamo rappresenta per l’uomo di oggi il risuonare di questa chiamata? Dov’è la sua attualità?

Il Giubileo Lauretano è un’occasione per riaccendere in tutti il desiderio di Volare alto. Questo significa rispondere, nella concretezza della vita quotidiana, alla chiamata alla santità, così come ci è indicato dallo stesso Santo Padre nella sua esortazione apostolica Gaudete et exsultate: Non avere paura della santità. Non ti toglierà forze, vita e gioia. Tutto il contrario… Non avere paura di puntare più in alto, di lasciarti amare e liberare da Dio. Non avere paura di lasciarti guidare dallo Spirito Santo. (GE 32 e ss)

La santità è vivere Cristo (cfr. Fil 1,21), che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva (DCE 1). Ecco dunque il senso autentico e profondo di questo Giubileo: rivolgerci al Signore, rinnovare la nostra fiducia in Lui e lasciarci da Lui portare in alto, per vivere la vita nel soffio dello Spirito, riscattandoci da quelle realtà che possono appesantirla o addirittura schiacciarla e imprigionarla

Voliamo alto, ma con i piedi per terra, perché essere santi non vuol dire “svolazzare”, vagheggiare imprese straordinarie, ma fare le cose ordinarie in modo straordinario, cioè con fede e tanto amore, come lo è stato nella casa di Nazareth. 

In questo tempo di emergenza da Coronavirus, la preghiera per l’intercessione di Maria si fa più urgente e intensa…

Sono convinto che in questo tempo il Signore ci dà una grazia speciale per poter vivere questo momento di disagio che investe tutta l’Italia e il mondo intero. In un messaggio rivolta alla Prelatura e nello spirito del Giubileo ho invitato tutti a rivolgerci alla Vergine invocando la sua protezione con questa antica preghiera mariana: Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta

San Bernardo ricorda che “non si è mai inteso al mondo che qualcuno sia ricorso alla Sua protezione, … e sia stato da Lei abbandonato”. Ricorriamo dunque a Lei con umiltà e fiducia! Invochiamo la sua protezione per le persone colpite dal virus, per quanti con spirito di abnegazione e di sacrificio stanno affrontando questa emergenza. Al suo abbraccio materno affidiamo i morti chiedendo il conforto per i loro familiari. Lei, che ha conosciuto la fatica del vivere, è vicina a quanti sono provati dalle difficoltà dell’emergenza.

Credo che sia importante per tutti vivere questa emergenza con i mezzi della grazia: la preghiera, il digiuno e l’amore fraterno. Se vissuto nella preghiera, anche, questo tempo potrà certamente far crescere la gratitudine e l’amore fraterno. Questo tempo così “strano” per quanto succede diventa così un’occasione per ritornare a Dio, per andare all’essenziale e per recuperare l’importanza di essere uniti e più responsabili di se stessi e degli altri, perché tutti siamo sulla stessa barca e collegati tra noi.

Quali sono gli appuntamenti più significativi di questo Anno Giubilare?

I vari appuntamenti dell’Anno Santo Lauretano offrono a tutti l’opportunità di vivere un momento di grazia e di comunicare la gioia di aver in Cristo il proprio Salvatore. 

Tuttavia, a causa del coronavirus ci siamo adeguati ai provvedimenti prudenziali suggeriti dalle Autorità civili e dalla Chiesa stessa. Perciò alcuni importanti eventi hanno subito uno slittamento di data. Per questo, consiglio di consultare il sito del Giubileo Lauretano www.jubilaeumlauretanum.it  che è costantemente aggiornato.

Segnalo, inoltre, sul canale Youtube momenti di riflessione e di preghiera, che ci accompagnano per vivere meglio questo momento difficile: il rosario ogni sera alle ore 21:00, i martedì di quaresima sul Magnificat, i “venerdì del giubileo” sull’esortazione apostolica Gaudete et exsultate e altri.