Intervento di Martino Chieffo

“Ti diranno che tuo padre, era un personaggio strano, un poeta fallito, un illuso di un cristiano” (Martino e l’Imperatore - Claudio Chieffo). Basterebbe questo verso profetico di “Martino e l’Imperatore” per dire chi era Claudio Chieffo.

Un poeta cristiano. Un personaggio strano. Grazie a Dio! Ascoltando le sue canzoni non si può non riconoscerne la poesia. Testi e melodie semplici che puntano dritte senza fronzoli al cuore della vita. Capaci di parlare ad ognuno. Dicendo quello che ogni uomo ha in cuore ma solo il poeta e capace di esprimere. Le canzoni di mio babbo ci accompagnano da sempre, ogni istante della nostra vita lo sentiamo descritto e lo possiamo descrivere con quelle parole meglio che con le nostre. Unico scopo dichiarato delle canzoni era, ed e, spingere chi le ascolta a “desiderare il bello, il vero e il giusto sopra ogni cosa, in tutto”. Tanto che piu volte mi ha ripetuto che le sue canzoni erano e sarebbero state “fonte di pace”. Vi assicuro che personalmente, specialmente nei momenti di dolore per l’assenza, lo sono. Non un contentino, ma fonte di pace. Per lui cantare non era una esibizione, ma la manifestazione concreta dell’inarrestabile comunicarsi di un fascino che pervade tutta la vita. Per Claudio il canto è sempre stato un incontro, non un mestiere ma una vocazione. Quando mi chiamava rientrando da un concerto e diceva che era andato bene sapevo che non si riferiva al fatto di aver cantato bene ma si riferiva alle persone che aveva incontrato. Quanti concerti, quanti incontri, quante persone, vi chiedo di aiutarci a costruire l’archivio in cui vorremmo raccogliere quello che lui ha seminato (fotografie, registrazioni, filmati) per poi condividerlo, con tutti, cosi come lui ha condiviso il dono ricevuto con tutti, primi tra tutti mia madre, Don Francesco Ricci e Don Luigi Giussani. Trovate le indicazioni sul sito www.claudiochieffo.com Che Grazia abbiamo avuto da Dio: Claudio, la sua vita e le sue canzoni. Dobbiamo ringraziare il Signore per il dono della sua vita e per le sue canzoni che da sempre segnano i passi della nostra storia. E i passi di questo pellegrinaggio. Non se ne e perso uno, anche l’anno in cui era in America ad incidere un disco ha cantato al telefono pur di partecipare alla Macerata Loreto. Anche oggi accompagnerà, nella comunione dei santi, il nostro cammino. Quante sue canzoni hanno a che fare con il cammino, con il pellegrinaggio, paradigma della nostra vita. “Sento la vita, che mi scoppia dentro al cuore” il cuore si spacca, e fa male, ma solo spaccandosi può allargarsi e accogliere Cristo ed e cosi che “cammina l’uomo, quando sa bene dove andare” non puo stare piu fermo l’uomo che incontra Cristo, deve correre incontro agli uomini “correrà, come chi vuole dirti e vicino, il Signore e qui!” Come paternamente diceva Don Julian Carron al funerale “Claudio ha saputo esprimere l’anima del nostro popolo, quello che ci ha colpiti, che ci ha affascinati, e ha contribuito a generare questo popolo. Per questo, adesso, per sempre ci sarà compagno, compagno con le sue canzoni che continueremo a cantare, ma adesso con la consapevolezza che quello che cantiamo in lui e diventato per sempre vero”. Qualche giorno prima di morire Claudio ha detto: “Martin, dove vanno le persone felici?” Gli ho risposto: “Non lo so, babbo, hai qualche idea in proposito?” E lui deciso: “Si, vanno da Dio a dirglielo!” Ed e questo quello che facciamo oggi, andiamo da Maria, Sua Madre, a dire che siamo felici perche abbiamo incontrato Cristo. “Protegga il nostro popolo in cammino, la tenerezza del tuo vero amore”.