Omelia del Card. Angelo Bagnasco

"Vieni e seguimi: una storia di mendicanza"

Carissimi Amici!

Trent'anni di pellegrinaggio da Macerata a Loreto: grazia e responsabilità! Ho la gioia di essere qui con voi per vivere la Divina Eucaristia, cuore della nostra fede, tesoro che racchiude tutto il bene della Chiesa. Cosa saremmo senza l'Eucaristia, Cristo vivo e vero, Sacrificio di salvezza, Pane di vita eterna, grembo vivo che continuamente ci restituisce alla vita? Saremmo orfani, condannati alla solitudine, e - come afferma F. Nietzsche - la morte sarebbe la nostra "cupa compagna di viaggio" (La gaia scienza, 4, 278).

Siamo qui per ringraziare Gesu per il dono straordinario della fede, per la grazia della Chiesa, una compagnia che non verrà mai meno perche Dio e fedele. La fedeltà di Dio e tale che Egli stesso si pone in cammino alla ricerca dell'uomo, dell'uomo smarrito perche ingannato da una liberta sregolata che molto promette e tutto toglie. Che lo rapina della sua dignità.

E' in nome di questa fedeltà che Dio si fa mendicante, alla ricerca dell'umanità ferita e umiliata dalla menzogna e dalla divisione. E' in nome di questa fedeltà che il Dio della luce si fa Mistero presente nella storia: Mistero luminoso, perche l'uomo lo possa scorgere se ha il cuore aperto; ma sempre Mistero, perche la risposta umana sia possibile ogni giorno nella libertà e nel rischio della vita. Non finiremo mai, cari amici, di cadere in ginocchio colpiti dallo stupore del Dio fedele; non finiremo mai di vivere in adorazione avvolti dalla meraviglia del Dio-con-noi.

Non e forse questo Mistero che si e mosso per primo verso Matteo, "seduto al banco delle imposte"? Non e forse Lui che passa per vederlo, per incontrare il suo sguardo di uomo ricco, affermato, sazio, ma segretamente infelice e in attesa di incontrare la novità che lo riscatti dalla pasciuta mediocrità dei suoi giorni? Quel mendicante improvviso ma atteso gli va incontro, e si fa parola decisa e quanto mai decisiva, semplicissima: "Seguimi". E la vita di Matteo cambia per sempre: "Ed egli si alzo e lo segui". Anche Matteo si fa mendicante: la sua mendicanza e il discepolato dietro al Maestro, improvvisamente apparso come la ragione vera non solo del mondo, ma del suo cuore, della sua piccola ma unica storia; apparso come la luce nel suo grigiore, la grandezza nelle sue meschinita.

E' qui descritta anche la nostra vicenda. Questa vicenda ha un inizio diverso e personale per ciascuno: dobbiamo non perderne la memoria per rinnovarne la grazia. Dobbiamo temere non la dimenticanza che segue alla morte, ma l'oblio della grazia, perche questo spegne la vita, la possibilità di vivere nella freschezza di ogni momento. Non dimentichiamo: la dimenticanza e figlia dell'abitudine al dono, al miracolo, per cui anche il Cielo appare scontato e banale. Per questo dobbiamo rinnovare ogni giorno l'ascolto di quell'invito - "seguimi" - che Gesu ha pronunciato su noi: un invito breve e delicato come un alito di vento, ma sconvolgente come un turbine.

Ma come risentire quella voce che - all'improvviso o progressivamente - ci ha cambiato la strada? E' necessario rientrare in noi stessi e cercare il silenzio, per lasciar risuonare la parola dell'amore sapendo che la "sua venuta e sicura come l'aurora". E' necessaria la preghiera, l'adorazione eucaristica, come ha raccomandato il Santo Padre a Verona. E pregare e semplice! Qualcuno ha scritto che "pregare e pensare al senso della vita" (L. Wittgenstein). Ma ancor meglio dice Santa Teresa di Gesu Bambino: "Per me la preghiera e uno slancio del cuore, un semplice sguardo gettato verso il cielo, un grido di gratitudine e di amore nella prova come nella gioia".

Riascoltare la voce del grande Mendicante che si rivolge a noi ogni giorno e ci invita a seguirlo! Si puo ascoltare nella buona solitudine, ma si puo anche ascoltare insieme, in quella grande compagnia che e la Chiesa, cosi come accadrà questa notte. Insieme, nel cammino verso Loreto, il vostro cuore si allargherà diventando una cosa sola come attorno a questo altare; l'attenzione di ciascuno sarà sorretta dall'attenzione dei fratelli, e cosi sarà per la vostra preghiera; il desiderio di riascoltare quel "vieni e seguimi" diventerà piu grande e piu convinto, e così la capacità di ascoltarlo e di rispondervi generosamente, come fece Matteo, sarà piu forte e tenace. E' questo il Pellegrinaggio: esso esprime in modo commovente la nostra condizione: "L'uomo e un mendicante di Dio", scrive sant'Agostino (Sermones, 56). La mendicanza di Cristo e scelta per amore; la mendicanza degli uomini e necessità dell'essere, ma, strada facendo, diventa necessità e scelta del cuore. Sia sempre piu cosi!

Che la Santa Vergine ci introduca sempre meglio nel mistero del Dio fatto Uomo; ci accompagni nel mistero della Chiesa, Corpo di Cristo, Maestra e Madre. Ci doni, sull'esempio dell'Apostolo Matteo, di alzarci anche noi ogni giorno, di scuoterci dalle nostre pigrizie, dalle insidie dell' egoismo che intristisce l'anima. Ci doni di rimanere pellegrini in questa attraversata nel tempo, pellegrini non soli, solerti e operosi, capaci di guardare il mondo con gli occhi di Cristo per amarlo un poco con il suo stesso cuore. Capaci di offrire a tutti la testimonianza del Vangelo, come Benedetto XVI ha invitato i giovani di Genova: "Annunciate Cristo, speranza del mondo (...) State uniti, ma non rinchiusi. Siate umili, ma non pavidi. Siate semplici, ma non ingenui. Siate pensosi, ma non complicati. Entrate in dialogo con tutti, ma siate voi stessi. Restate in comunione con i vostri Pastori: sono ministri del Vangelo, della divina Eucaristia, del perdono di Dio. Sono vostri padri e amici".