45° Pellegrinaggio Macerata-Loreto Testimonianze

Una ragione affettiva che vince la fatica

Lettera della nostra amica Paola di Pesaro

Vado a ritirare i segnalibro che, ogni anno, regalo l'ultimo giorno di scuola ai miei alunni. Nella stessa copisteria, da anni, trovo sempre Franco, che ha imparato a sopportarmi nelle mie impegnative richieste e che ho imparato a rispettare senza chiedergli tempi di consegna impossibili. Ma ieri, quando vado a pagare il lavoro, mi aspetta con una faccia strana: "Senti, ormai ti conosco per quello che scrivi in quei segnalibro. Da quello che ho letto, ho capito che vuoi veramente bene a questi ragazzi. Mi dai una mano con mio figlio che ha 15 anni? Lo sto perdendo…". Ho visto nei suoi grandi occhi blu la disperazione rabbiosa di un uomo di fronte ad un figlio che gliene fa vedere di tutti i colori, come la condanna penale per possesso di stupefacenti, un figlio cui non riesce a comunicare l'essenziale, la motivazione per andare a scuola e per vivere.

Il dialogo è stato bellissimo: non saprei se sia stato più lui a aiutare me o viceversa. Dico questo perchè attraverso quell'uomo il Mistero mi ha dato proprio quello di cui avevo bisogno in quel momento. Ad un certo punto mi racconta di aver incontrato una sua vecchia insegnante delle medie che lui aveva sempre detestato. Quando l'ha vista le ha chiesto: "La posso abbracciare?". Poi mi ha spiegato: "L'ho fatto perché quella donna mi ha insegnato tutto - storia, italiano, geografia - tutte cose che mi sono state fondamentali nel mio lavoro. Tutte le volte che correggo gli errori delle tesi, io che ho la terza media, penso a lei e la ringrazio. Io allora non me ne rendevo conto e non studiavo, eppure ho imparato tanto. Tu pensa, se avessi studiato...Capisci quanto è importante che tu faccia bene il tuo lavoro?". Mentre parlava, ogni tanto si asciugava i suoi grandi occhi blu: li ho visti passare dalla rabbia alla gratitudine. L'ho ringraziato perché la sua commozione era l'abbraccio di cui avevo bisogno e l'ho solo pregato che attendesse, anche per il figlio, quel momento di consapevolezza che, prima o poi, sarebbe arrivato, magari dopo tanti anni, come era successo a lui.

Vado dall'estetista e le dico, quasi sovrappensiero, che l'indomani avrei partecipato al pellegrinaggio Macerata-Loreto, un gesto che, oramai, è così parte della mia vita, che non posso non raccontarle dei fatti personali che hanno tutti un filo conduttore: la Madonna che risponde sempre a quello che le chiedo, stupendo me e le persone attorno a me, anche le più scettiche. Nel mezzo di quei racconti l'estetista scoppia a piangere perché le avevo dato il 'messaggio' che lei stava chiedendo: continuare nel cammino di fede che aveva intrapreso, sebbene avesse tutti contro, anche la madre: "Per questo avevo chiesto aiuto alla Madonnina di Loreto e tu adesso mi parli di Lei....non è un caso. Tu mi porti il Suo messaggio: Vai avanti, se gli altri non capiscono, non importa". Mi sono commossa, soprattutto quando mi ha detto che sua madre era nata anche se tutti l'avevano data per spacciata perché sua nonna aveva pregato la Madonna.

Anche io avevo bisogno del suo racconto per riprendere le ragioni per rifare quest'anno il pellegrinaggio dato che, per un piccolo fastidio alla gamba, lo stavo mettendo in discussione; mentre dicevo all'estetista che, al pellegrinaggio, parto sempre stanca e arrivo fresca, mi sono accorta che quell'esperienza è la caparra dell'impossibile che la Madonna mi fa vedere da subito. Questo mi ha fatto rialzare la testa per riprendere in mano non appena il cammino, ma la vita.

Al Pellegrinaggio poi ci sono stata e per il disturbo fisico con cui sono partita, per la prima volta, pensavo di non farcela. Quando sono arrivata agli ultimi tornanti, il cuore mi è scoppiato di gioia: alla fine della vita sarà così. Quando arrivi allo stremo delle forze, vedi Maria che ti viene incontro, ti prende tra le braccia e ti porta dentro la Vita eterna. Allora ti accorgi che ti è sempre stata accanto, cammina con te tenendoti per mano attraverso quell'amico vicino o attraverso quello che ti viene in mente e che ti fa riandare alla ragione
per cui sei lì, una ragione affettiva che vince la fatica. Mi ha aiutato pregare per il titolare della copisteria, per suo figlio, per l'estetista e per le ultime 2 persone cui ho detto del pellegrinaggio, le 2 bidelle della mia scuola.

Che bello! Quando do, ricevo molto di più.