37° Pellegrinaggio Macerata-Loreto

Testimonianza di Wael Farouq

A casa di un’amica di mia madre, mi fermai stupefatto davanti al quadro di un uomo con i capelli d’oro. Aveva il capo circondato da aureole. Dal petto, aperto, usciva la luce. In una mano, allungata verso di noi, teneva il suo cuore. Chiesi a mia madre chi era quell’uomo. Lei mi disse che era il nonno della famiglia dei nostri vicini. Le chiesi allora dov’era il nostro nonno. Lei disse che noi non lo vedevamo, ma lui vedeva noi. Si prendeva cura di noi e ci amava, perché noi ci amavamo l’un l’altro. 

Questa sera, io cammino con voi per mia madre e per la sua amica.

Nel sud dell’Egitto, sul monte Gabal al-Tayr, dove si trova la grotta nella quale ha soggiornato la Sacra Famiglia, centinaia di migliaia di egiziani, cristiani e musulmani, compiono un pellegrinaggio a fine maggio per festeggiare la Vergine. Per paura del terrorismo, e a protezione del monastero della Vergine, il governo vietò ai musulmani di salire al monte. I cristiani, allora, chiusero il monastero della Vergine, protestando contro il divieto ai musulmani di visitarlo, finché il governo non permise loro di partecipare.

Questa sera, io cammino con voi per la grazia e la gioia della comunione nella Vergine.

In piazza Tahrir, dove i cuori di centinaia di migliaia di persone erano sospesi fra paura e speranza, dove l’odore della morte riempiva le narici e l’amore per la vita riempiva i cuori, i corpi dei cristiani si sono trasformati in una moschea e i corpi dei musulmani si sono trasformati in una chiesa. All’ora della preghiera, i corpi dei cristiani si sono stretti insieme per formare una moschea e i corpi dei musulmani si sono stretti insieme per formare una chiesa.

Questa sera, io cammino per questi corpi puri.

Non sono vittime perseguitate, potevano scegliere la casa, la terra e la ricchezza. Invece, hanno scelto di lasciare tutto dietro di sé, hanno scelto di camminare per decine di chilometri, affamati e sbandati, pur di non rinnegare la loro fede, nemmeno a parole, affinché Dio non fosse un segreto sepolto nei loro cuori. Affamati e sfollati, hanno rifiutato che la loro breve vita passasse senza che fosse un chiaro annuncio dell’amore e della grazia di Dio.

Questa sera, io cammino per l’Iraq.

Questa sera, io cammino per questa donna che non sa né leggere né scrivere, che del mondo conosce solo la sponda del fiume, il campo e l’albero che fa ombra alla sua povera, primitiva casa di argilla. Questa donna ha rifiutato di maledire quelli che hanno sgozzato suo figlio in un deserto lontano, sulla costa della Libia, e ha pregato per la loro salvezza. 

Questa sera io cammino per questa donna, perché lei rappresenta tutta la civiltà che l’umanità ha raggiunto.

Io cammino per padre Christian Van Nispen e Paolo Caserta, gli amici il cui amore mi ha aperto questa strada.

Grazie.